LA CASA TORRE CAMPI IN LARGO POSTA
La torre Campi a San Felice sul Panaro è ciò che rimane di una dimora patrizia che conserva al suo interno un ciclo pittorico tardo cinquecentesco. I Campi furono una famiglia nobiliare molto potente nel corso del ‘500 con esponenti nell’ambito ecclesiastico e militare. Sul finire del secolo, commissionarono ad un ignoto pittore le decorazioni murali che ancora oggi ornano il piano terreno della torre che sorgeva alle spalle del loro palazzo. Sia la loro antica residenza, trasformata nel dopoguerra in un caseggiato popolare, sia la torre, manomessa in seguito alla demolizione della parte superiore, possono essere ricostruite nel loro aspetto originario solo servendosi di vecchie fotografie. I dipinti all’interno sono stati restaurati una ventina di anni fa a cura dei nuovi proprietari che avevano intuito il valore storico e artistico delle pitture. Le storie mitologiche raffigurate nelle quattro grandi lunette sotto la volta a crociera illustrano episodi narrati nel II libro delle Metamorfosi di Ovidio. Raccontano le avventure amorose di alcuni dei con fanciulle mortali: Nettuno e Coronide, Apollo che uccide Coronide (omonima), Mercurio ed Erse, il ratto di Europa da parte di Giove tramutato in toro. L’autore trasse spunto per le sue composizioni da un repertorio di incisioni realizzate dall’artista olandese Hendrick Goltzius per l’opera ovidiana, edite a partire dal 1589, mentre nel suo stile appaiono pure reminiscenze dal Parmigianino, evidenti nei colli allungati delle fanciulle della scena di Mercurio ed Erse. La ricca composizione prosegue sul soffitto decorato a grottesche, dove si intrecciano frutti, fiori e nastri, mentre entro cartigli si trovano quattro dipinti a monocromo rosso ormai quasi illeggibili, ma che contenevano probabilmente figure allegoriche. Il ciclo pittorico può essere visitato durante l’orario di apertura del negozio in cui è ubicato.
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